La storia del caffè monsonato parte già dal 1800 quando i trasporti avvenivano ancora con i velieri. Durante i lunghi viaggi, i chicchi di caffè venivano regolarmente fatti arieggiare. Questo serviva principalmente per non far crescere delle muffe spiacevoli.
Ciò che si creava durante il viaggio era una patina giallastra, che rendeva i chicchi dorati anziché verdi. Tutto ciò era dovuto all’aria carica di umidità e alla salsedine presente.
Il caffè (monsonato) che ne scaturiva aveva una un aroma speziato e molto intenso dalle note saline. Per molto tempo i commercianti europei acquistarono questa tipologia di caffè. Fu solo con l’apertura del canale di Suez nel 1869 e l’avvento delle navi a vapore che il caffè importato dall’India iniziò ad arrivare con i colori e i suoi sentori originali. Tutto ciò fu la sfortuna (ma anche la fortuna) del caffè monsonato; questa tipologia di prodotto divenne un caffè di élite, ricercato proprio per le sue peculiarità.
Oggi, gli aromi del caffè monsonato, vengono riprodotti dai coltivatori di caffè indiani proprio nella stagione dei monsoni. Da giugno a settembre, lungo la costa di Malabar, i chicchi già essiccati vengono deposti uniformemente in tratti alti circa 15 centimetri all’interno di strutture aperte ai lati e protette unicamente da una tettoia, affinché assorbano al meglio l’umidità.
In un secondo tempo il caffè monsonato viene messo in sacchi di Juta accatastati, in modo da permettere un’ulteriore esposizione all’aria umida e salata.
Durante questo periodo (circa ¾ mesi) il caffè monsonato subisce una aromatizzazione in cui l’acidità si attenua, i semi si gonfiano e assumono il tipico colore giallo paglierino.
Questo prodotto è realizzato sia con Arabica che con Robusta.
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L’autore dell’intervento, situato a pagina 208 intitolato IMPATTO DELLA TOSTATURA SUL PRODOTTO FINALE, è ROBERTO PEDINI e non Luca Giberti come erroneamente indicato. Pertanto, nei volumi presenti a magazzino verrà riportato il nominativo corretto con l’apposizione di un ideoneo supporto adesivo. Mentre future eventuali ristampe avranno l’indicazione corretta dell’autore dell’articolo.