Il cappuccino italiano è tra i prodotti più conosciuti nel panorama enogastronomico italiano. La sua origine tuttavia, non è propriamente nostrana: sembrerebbe che già nel 1660, Johan Nieuhof, un ambasciatore olandese in Cina, sperimentò una nuova bevanda aggiungendo al caffè, un poco di latte.
La storia tuttavia è scritta dai molti ed è per questo che un altro possibile antenato del cappuccino è Franz Georg Kolchitzky. Fu lui a rendere possibile la liberazione di Vienna dall’assedio ottomano.
Durante la ritirata dei turchi, vennero lasciati presso gli accampamenti un gran numero di sacchi di caffè che Kolchitzky prese come unica ricompensa per l’eroico gesto.
Ai viennesi il caffè alla turca però non piaceva così Kolchitzky aggiunse alla bevanda, nera e polverosa, alcune gocce di latte. Inoltre, iniziò a filtrarlo così che potesse diventare più limpido.
Altre fonti invece attribuiscono ad un celebre medico francese Sieur Monin, l’ideazione del cafè au lait composta da latte, caffè e zucchero.
Nessuna di queste preparazioni, sopra elencate, può essere associato al nostro cappuccino italiano, poiché non possono essere definite tali prima dell’invenzione della macchina da caffè espresso!
Il cappuccino è la miscela di latte e caffè per eccellenza, bisogna però ricordare che non esiste senza un perfetto espresso.
La tradizione italiana lo vuole composto da 100-140 ml di latte fresco e intero, montato a regola d’arte e versato in parti uguali di liquido e crema su 25-30 ml d’espresso contenuto in una tazza da 150-200 ml
Il cappuccino italiano è composto dal classico bordo marrone di espresso chiamato “anello” o “corona”. Per realizzare quindi un cappuccino italiano è sufficiente rispettare le “regole auree”.
Il latte deve essere sempre fresco e freddo (4°C). Il migliore è quello intero, non UHT
l’ideale è una 18/10 dalla forma tronco conica con beccuccio non troppo pronunciato, tenuta sempre fredda. Deve essere riempita mai oltre la metà.
questa deve erogare vapore in maniera costante, con una pressione di circa una atmosfera
Prima di mota il latte a crema, poi si prepara l’espresso mentre il latte si ossigena. L’ugello della lancia vapore va posizionato nella lattiera in modo tale da imprimere un flusso a “vortice costante”. La lavorazione inizia montando il latte quasi a freddo e prosegue riscaldandolo fino a una temperatura piacevole al palato e nel contempo raffinando la tessitura della schiuma.
Per preparare cappuccini artistici è basilare avere due lattiere, una con un beccuccio stretto ben definito e un’altra più piccola per i travasi della micro-schiuma in eccesso. Prima di versare il latte va perfettamente amalgamato.
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L’autore dell’intervento, situato a pagina 208 intitolato IMPATTO DELLA TOSTATURA SUL PRODOTTO FINALE, è ROBERTO PEDINI e non Luca Giberti come erroneamente indicato. Pertanto, nei volumi presenti a magazzino verrà riportato il nominativo corretto con l’apposizione di un ideoneo supporto adesivo. Mentre future eventuali ristampe avranno l’indicazione corretta dell’autore dell’articolo.